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Dipartimento di Fisica e Astronomia
"Galileo Galilei"

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            Fisica delle particelle e delle alte energie

            Per verificare le predizioni della teoria che definisce le nostre attuali conoscenze di fisica subnucleare, il “Modello Standard”, ed estendere la comprensione della natura dell’infinitamente piccolo e la descrizione dell’Universo nei suoi primissimi istanti di vita, la fisica delle particelle studia i costituenti e le interazioni fondamentali della materia e della radiazione. L’espressione fisica delle alte energie (High Energy Physics, HEP) fa riferimento agli esperimenti che studiano le particelle create negli acceleratori ad altissima energia e non presenti in natura in condizioni ordinarie.
            Il Modello Standard delle interazioni fondamentali ha conosciuto importanti e numerosi successi nel corso degli ultimi decenni nel predire con grande precisione moltissimi risultati sperimentali in un coerente quadro teorico-fenomenologico; tuttavia  non è in grado di rispondere ad alcune importanti questioni  che emergono da  recenti osservazioni sperimentali, quali  l’origine della massa dei neutrini, l’origine dell'asimmetria materia-antimateria, l'origine e la natura della "materia oscura” necessaria per rendere conto della dinamica osservata nel moto delle galassie. I gruppi di ricerca si avvalgono della stretta collaborazione dell’INFN e di altre istituzioni italiane e straniere.
            Le condizioni uniche ed estreme di presa dati degli esperimenti impiegati per lo studio della fisica delle interazioni fondamentali comportano una continua sfida e lo sviluppo di nuove tecniche di rivelazione con importanti ricadute tecnologiche.

            Staff

            Professoresse e Professori di I fascia: Roberto Carlin, Ugo Gasparini, Donatella Lucchesi, Franco Simonetto, Marco Zanetti
            Professoresse e Professori di II fascia: Riccardo Brugnera, Alberto Garfagnini, Alessandro Gaz, Marco Grassi, Martino Margoni, Jacopo Pazzini, Paolo Ronchese, Roberto Rossin,  Gabriele Simi, Roberto Stroili, Andrea Triossi, Pierluigi Zotto
            Ricercatrici e Ricercatori: Marco Laveder, Mia Tosi, Andrea Serafini

            Assegniste/i e Borsiste/i

            Davide Zuliani

            Dottorande/i

            Cecilia Antonioli, Rocco Ardino, Lorenzo Borella, Federica Borgato, Gabriele Bortolato, Laura Buonincontri, Vanessa Cerrone, Sofia Calgaro, Arsenii Gavrikov, Luca Giambastiani, Sabrina Giorgetti, Nicolò Lai, Matteo Migliorini, Giovanna Saleh, Shu-Ping Lin

            Collaboratrici e collaboratori esterni

            Paolo Andreetto, Patrizia Azzi, Nicola Bacchetta, Marco Bellato, Alessandro Bertolin, A. Bettini, Pierluigi Bortignon, Massimo Benettoni, Tommaso Dorigo, Federica Fanzago, Alessio Gianelle, Jakub Kandra, Stefano Lacaprara, Ivano Lippi, Enrico Lusiani, Luigi Pertoldi, Mariia Redchuk, Ezio Torassa, Sandro Ventura, Alberto Zucchetta

            Attività di ricerca

              Fisica del modello standard (misure di precisione e di processi rari)

            Misure delle proprietà del bosone di Higgs con l’esperimento CMS
            La scoperta del bosone di Higgs, annunciata dalle collaborazioni ATLAS e CMS nel 2012, rappresenta una pietra miliare nella comprensione del settore elettrodebole del Modello Standard (Standard Model, SM) delle particelle elementari, e ne conferma la piena validità. La presenza del bosone di Higgs ha determinato l'inizio di una nuova serie di misure, volte a determinare con la maggiore precisione possibile gli accoppiamenti del bosone di Higgs con le altre particelle dello SM. La misura della costante di accoppiamento del bosone di Higgs ai fermioni, ed in particolare a quelli  di "seconda generazione" come i muoni ed i quark charm, è probabilmente la sfida di maggior impatto tra le misure possibili nel settore dell'Higgs:  infatti, una discrepanza tra la misura sperimentale di un processo che coinvolge tale accoppiamento e la predizione del Modello Standard implicherebbe la presenza di "Nuova Fisica".
            Contatti : Ugo Gasparini, Mia Tosi
            Sito web:  CMS

            Fisica elettrodebole con l’esperimento LHCb
            L’esperimento LHCb è l’unico esperimento a LHC a rivelare le particelle prodotte nelle collisioni tra protoni nella regione in avanti. Questo permette di fare delle misure di sezione d’urto di processi previsti dal Modello Standard in uno spazio delle fasi unico, e di conseguenza rappresenta un importante test del Modello Standard e di fornire importanti informazioni sulla struttura interna dei protoni.
            Contatti : Donatella Lucchesi, Davide Zuliani, Gabriele Simi

            Misure di precisione con l’esperimento MUonE
            La misura del momento magnetico anomalo del muone, (g-2)_\mu, è attualmente in tensione con la predizione del Modello Standard per oltre 4 deviazioni standard.
            Attraverso lo studio dello scattering di muoni di alta energia su elettroni in una targhetta è possibile misurare con altissima precisione la componente adronica del running della costante di accoppiamento elettromagnetico, e quindi ridurre l’incertezza teorica sul momento anomalo del muone.
            Contatti : Franco Simonetto
            Sito web: MUonE

              Ricerca di segnali di fisica oltre il modello standard

            La ricerca più tradizionale di segnali di nuova fisica si avvale di modelli teorici che prevedono le caratteristiche peculiari dei processi fisici coinvolti. Tuttavia questi modelli non esauriscono la totalità delle segnature sperimentali che possono permettere a nuovi processi di manifestarsi. La grande quantità di possibili segnature necessita di strumenti automatici per analizzare rapidamente un grande numero di dati. Algoritmi basati su tecniche di machine learning permettono di evidenziare anomalie che potenzialmente sono prodotte da nuovi processi fisici.
            Contatti : Marco Zanetti
            Sito web:CMS

              Fisica con quark pesanti

            Lo studio della produzione di adroni con quark b e c, del loro decadimento e della loro evoluzione temporale permette di acquisire una profonda conoscenza delle interazioni elettrodeboli e della cromodinamica quantistica. Infatti, una o più discrepanze tra le misure sperimentali e le predizioni del Modello Standard potrebbero essere attribuite a fenomeni di "Nuova Fisica" attualmente fuori portata dalle ricerche dirette che sfruttano collisioni tra protoni ad altissima energia.

            Misure di violazione di CP con gli esperimenti Belle2, LHCb e CMS
            Lo studio della violazione della simmetria discreta di coniugazione di carica, CP, è uno dei requisiti per spiegare l'asimmetria barionica osservata nell’Universo attuale. Nel Modello Standard questa asimmetria è prevista e parametrizzata da parametri sperimentalmente misurabili attraverso lo studio di decadimenti degli adroni con quark pesanti.
            Belle2
            Contatti : Alessandro Gaz, Roberto Stroili
            Sito web:  BelleII
            LHCb
            Contatti : Federica Borgato
            Sito web: LHCb
            CMS
            Contatti : Martino Margoni, Franco Simonetto
            Sito web:CMS

            Test dell’universalità leptonica con l’esperimento LHCb
            L’universalità leptonica prevede che i tre leptoni (elettroni, muoni e tauoni) abbiano interazioni del tutto identiche, fatta eccezione per effetti dovuti alla differenza di massa. Lo studio di decadimenti di barioni con quark b in leptoni permette di testare con precisione il Modello Standard, ed eventualmente evidenziare la presenza di nuova fisica.
            Contatti : Gabriele Simi
            Sito web: LHCb

              Massa e natura dei neutrini

            Le oscillazioni dei neutrini hanno stabilito che i neutrini hanno massa. Tuttavia, rimangono irrisolti tra i molti problemi sia la scala assoluta della massa del neutrino che la sua natura (di Dirac o di Majorana). Il decadimento beta senza emissione di neutrini può fornire informazioni preziose su entrambe le questioni.

            Misura della massa dei neutrini con l’esperimento LEGEND
            L'esperimento LEGEND (Large Enriched Germanium Experiment for Neutrinoless ββ Decay) ricerca il decadimento senza emissione di neutrini utilizzando l'isotopo 76 del germanio. Nella sua prima fase, chiamata LEGEND-200, l'esperimento impiega 200 kg di 76-Ge ed è posto nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'INFN. Supponendo che il processo cercato avvenga attraverso lo scambio di neutrini massivi di Majorana, l'esperimento è sensibile fino a masse effettive attorno a 0.027-0.064 meV. Il setup sperimentale di LEGEND-200 permette pure di sviluppare e provare le  tecniche sperimentali necessarie per un futuro esperimento (LEGEND-1000) che tenti di sondare valori di massa del neutrino nella regione della gerarchia inversa (O(10) meV).
            Contatti : Riccardo Brugnera, Alberto Garfagnini
            Sito web: LEGEND

            Misura della massa dei neutrini con l’esperimento JUNO
            L’esperimento JUNO, situato in un laboratorio sotterraneo nel sud della Cina, è il più grande rivelatore a scintillatore liquido mai costruito per la fisica dei neutrini. JUNO, misurerà con una precisione senza precedenti l’energia dei neutrini prodotti dalle vicine centrali nucleari, ciascuna ad una distanza di 53 km dall’esperimento. Permetterà di fare luce sulla struttura delle masse dei tre neutrini conosciuti, determinando quella che viene chiamata la “gerarchia di massa” dei neutrini.
            Contatti : Alberto Garfagnini, Marco Grassi
            Sito web: JUNO

              Studio delle oscillazioni dei neutrini

            Le oscillazioni di “sapore” dei neutrini consistono in un cambiamento tra i tre tipi conosciuti di neutrino (elettronico, muonico e tauonico) che avviene quando i neutrini vengono rivelati dopo aver percorso distanze dell’ordine di centinaia o migliaia di km, tipicamente passando nel sottosuolo. Scoperte nel 1998 sono la prima evidenza del fatto che i neutrini sono particelle con massa (seppur incredibilmente piccola rispetto alle altre particelle). Al DFA questo fenomeno viene studiato dagli esperimenti JUNO, T2K-Hyper-Kamiokande e ICARUS-DUNE ed ENUBET.

            Studio delle oscillazioni dei neutrini con l’esperimento JUNO
            L’esperimento JUNO è un grande rivelatore a scintillatore liquido all’avanguardia per la fisica dei neutrini. JUNO, misurerà con una precisione senza precedenti l’energia dei neutrini prodotti dalle vicine centrali nucleari, ciascuna ad una distanza di 53 km dall’esperimento. Grazie alla massa attiva di 20,000 tonnellate di scintillatore liquido, sarà in grado di determinare la gerarchia di massa dei neutrini, uno dei problemi ancora irrisolti nel settore della fisica dei neutrini.
            Contatti: Alberto Garfagnini, Marco Grassi
            Sito web: JUNO

            Studio delle oscillazioni dei neutrini con l’esperimento T2K
            T2K studia come i neutrini cambiano tipo (“sapore”) viaggiando per 295 km dalla costa del Pacifico fino alle alpi giapponesi. Lì, sotto le montagne, è presente Super-Kamiokande: un enorme serbatoio cilindrico di ~ 40x40x40 m3, riempito d’acqua ed equipaggiato con rilevatori di luce molto sensibili per misurare le caratteristiche dei neutrini.  Nel cuore delle alpi Giapponesi è in costruzione una versione maggiorata del rivelatore (Hyper-Kamiokande) che permetterà` di rispondere alla domanda sul fatto che in neutrini rispettino un’importante simmetria delle leggi della natura (la cosiddetta simmetria CP). Sarà inoltre in grado di misurare neutrini da supernovae, dal Sole e dall’atmosfera e di stabilire fino a che punto possiamo esser certi che la materia di cui siamo fatti (i protoni in particolare) siano o meno particelle stabili.
            Contatti: Gianmaria Collazuol
            Sito web: T2K, Hyper-Kamiokande

            Studio delle oscillazioni dei neutrini con l’esperimento DUNE
            DUNE è un immenso rivelatore in costruzione negli US (il più grande mai costruito con argon liquido). Servirà per capire se i neutrini e le loro antiparticelle hanno comportamenti uguali tra loro o meno. Questo potrebbe rivelare il meccanismo per cui nell’attuale universo la materia è presente in misura largamente maggiore dell’antimateria. DUNE inoltre determinerà precisamente la struttura delle masse dei neutrini. ICARUS è la prima dimostrazione su larga scala delle capacità dei rivelatori per i neutrini, realizzati con argon liquido, proposti per la prima volta nel 1977 da Carlo Rubbia. Dopo aver operato al Gran Sasso, è ora in funzione al Fermilab (Chicago, US) per la ricerca di un nuovo tipo di neutrino, ancora più sfuggente di quelli che già conosciamo.
            Contatti: Daniele Gibin
            Sito web:DUNE, ICARUS

            Ottimizzazione dei fasci di neutrini con il progetto ENUBET
            ENUBET è un progetto che mira a creare un’innovativa sorgente di neutrini caratterizzata da un’eccellente controllo dell’intensità. È finanziato dal prestigioso European Research Council (ERC). L’idea innovativa di ENUBET è quella di trasformare la regione molto “calda” in cui vengono prodotti i neutrini in un grande rivelatore di particelle per “contare” i neutrini emessi.
            Contatti: Andrea Longhin
            Sito web:ENUBET

              Selezione e acquisizione dei dati

            La mole di dati prodotta dagli esperimenti che rivelano le collisioni all’acceleratore LHC è superiore a centinaia di migliaia di miliardi di byte. Non potendo salvare ed analizzare tutta questa mole di informazioni, sofisticati e veloci algoritmi di ricostruzione, calibrazione, selezione e gestione dei dati viene sviluppata su CPU, GPU e FPGA.
            LHCb
            Contatti : Alessandro Bertolin
            Sito web: LHCb
            CMS
            Contatti : Andrea Triossi, Mia Tosi
            Sito web: CMS

             

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            Fax: +39 049 827 7102
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